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I cani nella pet therapy

dal webFu lo psichiatra infantile, Boris Levinson, a enunciare per la prima volta, intorno al 1960, le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso applicò nella cura dei suoi pazienti.

Durante una seduta con un bambino autistico, Boris Levinson notò che la presenza del suo cane migliorava nel bambino la voglia di interagire con il terapeuta, ma anche la voglia giocare con l’animale. Levinson dimostrò che l’affetto di un animale produce un aumento dell’autostima e agisce positivamente sul bisogno di amore dei suoi pazienti.
Oggi la pet therapy, che solo recentemente ha ottenuto il giusto riconoscimento,(leggi anche La Pet Therapy è legge in Emilia Romagna ) trova ampia applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra i quali: case di riposo, ospedali, comunità di recupero.
Per definizione, il cane è il miglior amico dell’uomo: è l’animale che interagisce maggiormente con l’essere umano e che meglio di ogni altro stabilisce con l’uomo un legame intenso e duraturo, è per questo che tra tutti gli animali domestici risulta essere ad oggi quello più appropriato per questo tipo di educazione.
Ovviamente non tutti i cani possono svolgere queste attività e in ogni caso è necessario che ci sia un ottimo legame e affiatamento tra l’operatore che svolge l’attività e il cane proprio per garantire un legame basato sulla complicità che rendono l’intervento riabilitativo realmente efficace ed è per questo è preferibile che sia di sua proprietà.
Ogni cane, ovviamente prima di poter essere utilizzato in un programma di pet therapy, deve essere sottoposto a un numero di esami veterinari, che vengono periodicamente ripetuti.
La pet therapy non include cani apatici che non reagiscono agli stimoli e all’interazione con l’uomo, come non annovera nelle liste degli “aiutanti animali” cani troppo esuberanti, causa di un’altra classe di problemi con i malati, specie con gli anziani.
Il cane infine deve accettare il conduttore come guida e punto di riferimento per l’interazione con il malato, rendendosi disponibile e obbediente. Questo aspetto è importante per la sicurezza sia degli utenti che del cane stesso.
Appare evidente quindi che la scelta, l’educazione e l’addestramento del cane siano fondamentali per la pet therapy, ma non bisogna mai sottovalutare l’importanza del conduttore che deve necessariamente avere una preparazione adeguata e qualità innate tali da riuscire ad avere un rapporto corretto con il proprio cane e svolgere l’attività con passione e capacità professionali.

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